lunedì 29 giugno 2009

SOGNI DI CARTA...



La sera, quando pian piano la luce vien meno e Cherasco si trasforma in un piccolo, magico, paese...Beh, se passate per la via principale, sotto i portici, un pò dopo Barbero dei mitici "Baci di Cherasco" (così spesso dico a chi mi chiede dove siamo)...Vedrete-davvero-un'incanto. Un vero e proprio sogno di carta. Una luce calda e delicata avvolge tutta la piccola sala della galleria e rischiara tuto il portico. Molti cheraschesi mi hanno chiesto notizia di questo allestimento e molti ancora mi hanno espresso stupore, ammirazione e apprezzamento! Ringrazio tutti a nome dell'artista e invito chi non avesse ancora visitato la mostra a venire a darci un'occhiata...O a passare una sera sotto i portici, a partire dal mercoledì!

domenica 21 giugno 2009

I VIAGGI DI CARTA di Mauro Fissore








Ecco, stavolta parto subito, senza tanti preamboli, presentazioni ecc ecc. Infatti non ho davvero avuto tempo di scrivere in questa settimana infuocata e impegnativa (ma tanto stimolante!).
E così ieri verso le 17 abbiamo finalmente aperto la nostra stanzetta sotto i portici ad un pubblico numeroso e incuriosito. Ma ero sicura del succeso della mostra e dell'allestimento: un incanto. Mauro si è occupato di ogni cosa con una precisione e una passione che è stata contagiosa ed entusiasmante. Come le sue meravigliose opere.
Queste creature (si direbbe crazioni, ma io sono certa che sono vive, o per lo meno dotate di anima)sono delicate e straripanti di energia, di colore e di poesia.
Ma cominciamo dal principio. Innanzitutto il materiale usato, ovvero la carta. Mauro la carta la fa proprio lui, con le sue mani; ha imparato la tecnica (washi) da un maestro giapponese, Hiroaki Asahara, e poi ha continuato lasciandosi guidare dalla propria ispirazione e dalla fantasia. La carta è portatrice di pezzi di vissuto, di frammenti di viaggio, di atmosfere lontane. Contiene sabbie che vengono dal deserto, petali e foglie, fibre. Poi, ogni foglio viene montato sapientemente su strutture di midollino e giunco, e così prendono vita esseri affascinanti, prende corpo la musica, la parola scritta, la natura rigogliosa e prorompente. Hanno un'anima, dicevo. O, se si preferisce un cuore luminoso, che rende ancora più magica la contemplazione, quando in trasparenza possiamo davvero scrutare la trama di ogni foglio. Lascio spazio a qualche immagine...

lunedì 8 giugno 2009

FATE E FOLLETI TRA I CAMPI E NEL CIELO...





Silvana Giraudo è una pittrice delicata e luminosa. Mi spiego: le sue tele sembra risplndano di una luce diffusa, avvolgente e rincuoranta. Ci si sente coccolati e sicuri a guardare quasti panorami sereni e pacati. Ma la vitalità e la vivacità sono ben presenti nei sorrisi e negli occhi delle fate, danzanti e leggere.
Con le loro ali e le loro vesti impalpabili, questi folletti volteggiano nell'aria e giocano con il sole. Parlano e chiacchierano amabilmente con la luna, socializzano con i girasoli. E annunciano le stagioni con letizia.
Silvana ama la natura e si vede. Si vede da come rappresenta i diversi climi e le diverse atmosfere dei mesi dell'anno. Il rosa acceso e i colori aranciati per l'autunno, il viola e il grigio perla per le nevicate in inverno...E poi le notti e i chiari di luna sono pura poesia.
Tutto questo viene vissuto dall'artista con divertimento e un pizzico di ironia. Per questa pittrice che potremmo efinire tranquillamente "naif", i folleti, le fate e tutti i personaggi che abitano i suoi dipinti, non sono altro che la natura stessa, anzi saltano la magia e il mistero che vive negli elementi naturali. Quasi fossero ninfe o personaggi mitologici.

venerdì 5 giugno 2009

"CHIMERE GIOVANILI IN EVOCAZIONI MEDIEVALI"


Vi propongo un assaggio della critica che il critico d'arte Enzo Papa scrisse in occasione della mostra di Valter Massia da Evvivanoè l'anno scorso.
"Qual è il snso delle trasposizioni artistiche di Massia? La nostalgia di una realtà parastorica radicata nelle chimere della verde età, nelle sognate fantasie dei primi libri di storia, nel fiabesco costrutto epico ispirato alle rocche e dalle caseforti che costellano il paesaggio circonvicino, dai racconti della Tavola Rotonda e dalle epopee patriottiche romantiche. Il colorismo medievale dei rossi, azzurri e ocra, le profilature dei cavalli affiancati e allineati, degli elmi e degli scudi, il contrappori dinamic di schieramenti omogenei, in assetto da battaglia, immergono lo spettatore-registal'Autore-in un coinvolgente carosello di perdute memorie, di eroismi anelati nell'utopia di una realt storica idealizzata mera astrazione per esorcizzare la sciatteria e la decadenza morale della contemporaneità..."

giovedì 4 giugno 2009

Le dame, i cavalier, l'arme, gli amori...




Valter Massia è un artista unico nel suo genere. Infatti il naif è il mezzo scelto per rappresentare un mondo che non esiste più e che non è emmeno così "localizzato" nella storia...Si tratta di tempi antichi, di atmosfere epiche, che hanno il sapore del Medioevo, ma anche del racconto mitico. "L'amor cortese" e i trovatori, Cavalcanti, Tasso e Ariosto, ma anche i polittici e le tavole di Simone Martini e della Scuola Senese..ecco l'universo evocato dalle opere di Massia. I suoi, è il caso di dirlo, sono veri e propri "vetri d'arte". Forse non è infatti percepibile così a occhio nudo, ma è fondamentale per capire a fondo la sua arte, sapere e conoscere qual è la tecnica utilizzata dal pittore in questione. Infatti parliamo di naif su vetro, secondo l'autentica e antica tradizione del naif slavo-croato. Il vetro viene dipinto con il colore a olio; la bravura deve essere tanta perchè non sono ammessi errori. Pena: ricominciare da capo. Ma la particolarità e il virtuosismo della tecnica trovano il culmine massimo nelle "tappe" di realizzazione del dipinto. Si parte cioè da ciò che ci appare in primo piano nell'opera (e quindi per intenderci, dalla firma) e poi si porcede a ritroso, fino allo sfondo.
In poche parole si dipinge "al contrario". Quando l'opera è terminata si volta ed ecco la magia. Ci appare tutta come era nella testa dell'artista e come si presenta sul disegno preparatorio.
Il colore nei lavori di Massia è luminoso, splendente e spesso viene utilizzato l'oro, quasi un tributo alle tavole indorate e decorate a punzone dagli artisti due e trecenteschi e ai polittici lignei. Una punta di gotico e anche di fiammingo quando ci tiene a rappresentare con precisione lenticolare le architetture di palazzi e castelli, con i mattoni raffigurati uno a uno; e la lucentezza delle armature e delle spade sono colte citazione di celeberrimi autori della nostra tradizione pittorica.