lunedì 13 aprile 2015

L'OPERA D'ARTE CHE BUCA LO SCHERMO

Spiegare un'opera d'arte può non avere molto senso. Non sto farneticando, è una riflessione che mi è venuta in mente in questi primi due giorni di mostra "SILLABART oltre le apparenze" dell'artista e designer torinese Alberto BRUSA.
In realtà lo penso da sempre ma probabilmente i lavori di Alberto Brusa mi hanno tirato fuori questa emozione traducendola in un'esclamazione che poi ho cercato di argomentare.

E' ironico come proprio una mostra che si basa sulla parola, sul senso letterale e quello figurato di frasi e modi di dire, mi abbia convinta che l'arte è fatta di immediatezza, di comunicazione non-verbale.






Prendiamo ad esempio l'opera "Conifere". 
La cremosità di questi gelati è fantastica ed è recepita a livello sensoriale. Viene voglia di un gelato alla fragola o al pistacchio; si viene colti dal desiderio di sfiorare quella consistenza voluttuosa per capire meglio di cosa è costituita.
Il cono è un cono. Ma è impossibile toccarlo e assaggiarlo, perché è sotto una teca.


A questo punto, (siamo appena un secondo dopo la prima impressione, le nostre reazioni viaggiano alla velocità della luce o quasi ) ci rendiamo conto che quella crema assomiglia a qualcosa di altro. Comprendiamo che sono pigne. Ma la prima sensazione, quella cioè di essere di fronte a dei succulenti gelati, non svanisce di certo! La pigna ci fa sorridere e ci riempie di stupore.
Una lieve confusione che però è piacevole e scompagina solo per qualche istante il mondo tangibile, quello della concretezza e dei sensi.

Poi scorgiamo il titolo: "CONIfere". A questo punto il terzo livello di lettura, quello della comprensione, entra in atto e completa la fruizione. Ma ciò che veramente ci ha stimolati è quella immagine megagalattica di quattro gelatoni colorati, cremosi.
La scoperta del titolo e del doppio significato, l'ironia e lo stupore fanno parte già della fase successiva.



"ObliQUO" grande e piccolo



Insomma, un artista è tale dal momento stesso in cui ci colpisce, buca e squarcia quel sottile velo di indifferenza che spesso sta tra noi e ciò che abbiamo intorno. L'arte c'è subito, è immediata e poi viene il resto.

L'artista inconsapevolmente ci leva dagli occhi quel benedetto velo.







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