giovedì 1 ottobre 2015

MARJON BESSEMS. TUTTO COMINCIA IN UNA VECCHIA FABBRICA DI CIOCCOLATO

Esatto. Tutto comincia in una vecchia fabbrica di cioccolato, De Auw Sjoekelaatfabriek.

Credo fosse il 2004 o giù di lì, ancora non avevo nemmeno in mente che avrei avuto una galleria d'arte. Cioè, in cuor mio lo sapevo (o forse lo volevo tremendamente) ma comunque ero ancora in quella fase in cui il futuro è qualcosa di cui non preoccuparsi.





Arrivo in questo bed&breakfast, in un'Olanda dal cielo disordinato e meraviglioso che scoprivo per la prima volta. In questo posticino, Gulpen, c'era questa casa dei sogni che a dire la verità mi aveva attratta fin da quando avevo scoperto che era stata una piccola fabbrica di cioccolato. Invitante e magico. E poi avevo scoperto anche che la proprietaria era un'artista e che aveva anche una galleria d'arte, al piano terra.



C'era, la galleria, e si affacciava su un bellissimo giardino in cui c'erano tante sculture sparse tra gli alberi, le siepi e l'erba. Non ci voleva poi molto a sentirsi Alice nel Paese delle Meraviglie...


Io nel lontano 2004 



Quando ho visto le opere di Marjon ho pensato: se un giorno farò questo lavoro, se avrò uno spazio d'arte tutto mio, quest'artista la vorrei tanto. (Mi piaceva un sacco).


De Auw Sjoekelaatfabriek di allora


La storia è continuata e Marjon Bessems è stata tra i primi artisti che ho esposto da Evvivanoé.
Ogni volta che scarto un pacco con dentro una sua opera mi emoziono perché sento per quest'artista un affetto speciale, Lei è in grado di sorprendermi sempre e ha la grande capacità di avere uno stile tutto suo, unico, che permea ogni cosa lei tocchi. Che lavori con la pittura, con il bronzo o con la ceramica. 

La prossima settimana, l'8 di ottobre comincerà la sua mostra in galleria.
L'ho intitolata "People are strange". Si sa ormai che i titoli delle mostre di Evvivanoé sono ispirati dalla musica e il buon Jim a cui ho sacrificato buona parte della mia adolescenza musicale, certo non credo se la prenderà....

Adesso la galleria in Olanda non c'è più. Marjon continua a creare cose meravigliose nel suo atelier e nella vecchia fabbrica di cioccolato c'è il suo incantevole B&B che consiglio davvero a chi si trovasse da quelle parti....




venerdì 28 agosto 2015

L'AUTUNNO SARA' OLANDESE - EVVIVANOE' E LE MOSTRE DI SETTEMBRE E OTTOBRE


Martha Nieuwenhuijs - L'uva fogarina


L'autunno, o fine estate e inizio autunno per chi, a differenza mia, odia questo cambio di stagione, sarà olandese, almeno nella galleria di Cherasco.

Due donne che hanno determinato, ognuna a suo modo, lo spirito di Evvivanoé.
Una esporrà nel mese di settembre, quei giorni di sole radente, di luce gialla, di serate già fresche e di pomeriggi tiepidi. L'altra in ottobre, che qui è soprattutto uva e colline.

Martha Nieuwenhuijs e i suoi nuovi dipinti: tele che sfiorano il metro e altre più piccole, tutte radiose, musicali, vitali. Una vera sinfonia di toni e anche di suoni.


Martha Nieuwenhuijs - Rise, dance


La mostra inaugurerà il 12 settembre e durerà un mese. La prima esposizione dopo l'estate, come l'anno scorso è di Martha.
Mi piacciono certe ricorrenze e certi rimandi, certe "abitudini".
Prima che il vento del cambiamento ci trovi impreparati e timidi, celebriamo la bellezza con un "Ballo di primavera".
La primavera dobbiamo averla dentro, anche d'autunno.

A ottobre Marjon Bessems, un'altra energica, brillante artista olandese esporrà suoi nuovissimi lavori.

Quindi dal 12 settembre, la galleria di vestirà di colori.



martedì 4 agosto 2015

SCOPRIRE IL MUSEO TATTILE OMERO DI ANCONA




Manichini coloniali, Giorgio De Chirico, bronzo



La legge numero 452 del 25 novembre 1999 recita così: "la finalità del Museo è quella di promuovere la crescita e l'integrazione culturale dei minorati della vista e di diffondere tra essi la conoscenza della realtà". 


Ecco perché io e il diritto non siamo mai andati molto d'accordo.
Le parole messe così definiscono e rinchiudono, nette e taglienti, una realtà talmente profonda e inafferrabile per noi "vedenti" che quasi ne travisano il senso.
Certo, il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, nasce con questa finalità.  Nato da una geniale intuizione, ispirato dall'Unione Italiana Cechi, nel 1993 è stato istituito dal Comune di Ancona con il contributo della Regione Marche. E' uno dei pochi esempi in Italia e nel Mondo e nel 1999 viene riconosciuto dal Parlamento con una legge. Da quel momento di strada ne ha fatta davvero tanta.
Dal 2004 il museo occupa parte dei nuovi spazi della Mole Vanvitelliana di Ancona ma è destinato a crescere sempre di più. Dimostrazione del fatto che quando le idee sono buone anche i sogni possono realizzarsi per davvero.

Ci sono finita quasi per caso e ne sono uscita diversa: un'altra persona, un'altra concezione della percezione non solo dell'arte, ma di tutta quella realtà sensibile che tanti filosofi si sono arrovellati per comprendere. Le categorie aristoteliche e kantiane, la realtà sensibile, la realtà fenomenica, il velo di Maya....Ma è tutto qui, al Museo Omero! Venite, provate a visitare una mostra "con le mani", con il tatto, ma fatelo veramente, aprite una nuova porta della percezione.
Improvvisamente quello che vi sembrava sicuro, certo e definito sarà....altro.


Il percorso espositivo attuale museo



L'arte e chi non la può vedere. Incredibile, non mi ero mai chiesta nulla a riguardo!
Mentre mi avvicinavo all'ingresso del museo ero, devo ammetterlo, molto curiosa e un po' intimorita nello stesso tempo. Perché si ha sempre "paura"di ciò che non si conosce bene e di ciò che viene considerato un "problema", una mancanza? Non lo so, non so dare una risposta.
Comunque sia non appena mi hanno fornito l' apposita benda per coprire gli occhi e ho cominciato la visita...Tutto ha cominciato a trasformarsi. Tutta la realtà intorno a me.

Per prima cosa camminare guidata dal braccio di qualcun altro, anche se è il nostro compagno o nostra madre...è sempre difficoltoso fidarsi. Ecco perché si dice "fidarsi ciecamente", ci avete mai pensato?
L'incedere è goffo, non si hanno punti di riferimento. Ma quando le mie mani si sono posate sulla superficie della prima statua (che poi ho scoperto essere la riproduzione in gesso di una celebre scultura) tutto è cambiato. Ho "sentito" con le mani e mi hanno indirizzato a coglierne alcuni aspetti che non avevo considerato: la temperatura della materia che toccavo, per esempio. Cercare di far scorrere le dita per capire cosa c'era lì, di fronte a me. Percepirne la grandezza, i rilievi e gli incavi, le protuberanze e i vuoti.


Fanciulla con pappagallo, Aron Demetz, 2000, legno di tiglio dipinto


Ora, io, come tutti i vedenti, ho un riferimento visivo a cui pensare. Ma chi non ha mai visto con gli occhi? Cosa accade?
La bravissima e preparata guida, Monica Bernacchia, che con una passione contagiosa per tutto ciò che concerne questo posto e una competenza rara, ci ha spiegato ogni dettaglio del museo e mi ha illuminata su alcune cose a cui non avevo davvero mai pensato in maniera così profonda.
Tutti noi abbiamo nel nostro patrimonio genetico qualcosa di "scolpito", proprio lì, nel famoso e altrettanto sconosciuto DNA, ci sono notizie che si pare si tramandino da secoli e che vanno aldilà dei nostri sensi e delle nostre esperienza. Fanno parte del nostro patrimonio conoscitivo, ci informano sulla realtà del mondo.
Noi SIAMO e dunque percepiamo qualcosa che va ben oltre la realtà visibile e questo, per una frazione di secondo, l'ho capito anche io, proprio mentre, inaspettatamente, le mani e le dita mi guidavano come su uno strumento musicale, quando vanno avanti da sole e viene fuori una musica stupenda e non sai come sia possibile. Ecco, ho provato una cosa simile. Capivo, percepivo, vedevo "senza gli occhi".

Ci sarebbe molto da dire, da cercare tentare di spiegare e di raccontare e per chi come me non ha il dono della sintesi è ancora più difficile farlo per scritto. Ma tutta la prima parte del Museo è una scoperta dietro l'altra.

Quando poi ti trovi di fronte opere d'arte "vere", non riproduzioni, ma sculture realizzate da artisti contemporanei, acquistate dal museo per essere fruite con il tatto, l'emozione è ancora più viva e forte.


Stanza segreta, Paolo Annibali, 2008, terracotta policroma

Mare e destini, Paolo Annibali, 2008, terracotta policroma



Una sezione della mostra è dedicata temporaneamente al Rinascimento e una collezione d'arte proprietà di una famiglia fiorentina da più di sei secoli, la collezione Bellini, è stata messa a disposizione dei visitatori. Non posso esprimere come è stato straordinario per me toccare una scultura di terracotta invetriata di Giovanni Della Robbia o sfiorare con timore e devozione una scultura lignea del 1100...Questo allestimento a cura di Massimiliano Trubbiani è davvero suggestivo: è multi-sensoriale, c'è la musica che enfatizza la percezione, il profumo e la possibilità di toccare marmi, bronzi, legni e terrecotte.

San Giovannino Benedicente, Giovanni Della Robbia, 1489, terracotta invetriata


Questa per me è stata una cosa molto, molto speciale.
Devo dire che ciò che provai quando vidi per la prima volta le celebri Ninfee di Monet, tanto tempo fa...Non è quasi nulla in confronto alla scoperta che l'arte può essere fruita e percepita in maniere che nemmeno possiamo immaginare e che è davvero strano da credere che nel 2015 le strutture museali non prendano in considerazione - se non in minima parte - una grandissima fetta di visitatori che semplicemente hanno altri strumenti per comprendere il mondo.
Strumenti incredibili almeno quanto la vista. Solo che noi vedenti non li conosciamo.



Stele delle colonne, Gerolamo Ciulla, 1997, travertino




Rimando al sito del museo, alla pagina facebook e al profilo Instagram per scoprire tutte le attività, i mille laboratori, i concerti e gli eventi che si organizzano qui.

Noi abbiamo concluso la serata con un aperitivo nell'affascinante cortile interno (la struttura che ospita il museo è la Mole Vanvitelliana del porto di Ancona è un edificio immenso a forma di pentagono) ascoltando un incantevole concerto, "Navegar è preciso" del gruppo Os Argonautas, al chiarore della luna, il mare a pochi passi da noi.

Museo Tattile Statale Omero 
Mole Vanvitelliana di Ancona

martedì 28 luglio 2015

CI SI VEDE A SETTEMBRE! BUONA ESTATE DA EVVIVANOE'




La parola d'ordine di questo preciso momento? Beh, non ne trovo una sola ma tante diverse che vogliono dire tutte più o meno la stessa cosa.

L'idea di fondo è qualcosa che somiglia a "pausa rigeneratrice", "ordine", "pace". 

Credo capiti a molti e non solo a me: la creatività è imprevedibile e soprattutto, esauribile. Non è sempre ad alti livelli e meno male, ringrazio!
Nei periodi di fervore creativo mi ritrovo spesso frastornata e a tratti frustrata perché non riesco a seguire un solo filo logico: ce ne sono decine di fili e o riesco a intrecciarli ordinatamente oppure viene fuori la classica matassa piena di nodi ed è la fine.

Oggi, 28 luglio, la calma più assoluta regna nella mia mente.

Ad agosto Evvivanoé va in vacanza per tornare a settembre con una bella mostra che è già in preparazione...

Ci rivediamo quindi il 2 settembre. Che sia una buona estate, ritemprante e riposante per tutti voi!









mercoledì 1 luglio 2015

LAND & SEA: LA GESTAZIONE E LA NASCITA DI UN'OPERA D'ARTE

Ho parlato di come nasce l'allestimento di una mostra. Quello è il mio lavoro, una parte che esula completamente dall'atto creativo dell'artista che espone le sue opere.

I quadri di Joy Moore, così come gli altri lavori che vengono esposti in galleria, nascono molto tempo prima. Germinano nella mente o nell'anima dell'artista per poi prendere forma in un lungo, a volte complicato processo creativo. 

Quando arrivano da me, spesso sono ancora freschi, soprattutto quelli di Joy che profumano intensamente di colore a olio.
Mi ha spiegato che alcuni questi quadri hanno visto la luce in più riprese, sono venuti fuori faticosamente: una vera e propria lotta interiore e sulla tela per riuscire a rendere l'emozione viva e visibile, attraverso il colore, il gesto, lo spazio.





Quel meraviglioso "tormento" è lì, davanti ai nostri occhi ed è ciò che rende speciali questi paesaggi.

Si percepisce il calore quasi incandescente di un tramonto sulle Madonie in una tela in cui gli elementi naturali si mescolano prepotentemente.





Il blu violaceo delle montagne del Kerry aldilà dei colori ricchi e intensi della brughiera ci portano in altre atmosfere ma anche qui cielo e terra mostrano i segni di una lotta oramai quietata.

Il mare cristallino, impetuoso e scintillante di inizio estate invece è il soggetto di una serie di tele che Joy Moore ha realizzato en-plein-air.




Durante il TIA's Workshop di San Menaio, in Puglia, curato da Matteo Fiorentino e Paola Trevisan (Trevisan International Art) lei, insieme ad altri artisti, ha potuto dipingere sulla spiaggia, proprio di fronte al mare.






Un'esperienza di condivisione ma anche di forte azione pittorica. Cogliere sulla tela, un'impressione alla volta, quel vorticoso e molteplice paesaggio che cambia ogni ora e che regala stimoli e scorci in abbondanza.





In una piccola stanza bianca, nello spazio dei pochi metri quadrati di Evvivanoé, è racchiuso quindi un patrimonio prezioso fatto di emozioni tradotte in pennellate. Irlanda, Sicilia, Puglia; montagne, mare e spiagge, rocce, schizzi di onde che abbracciano luoghi che si trovano agli antipodi dell'Europa.

Tele meditate in studio, profili riprodotti a memoria, attinti dal proprio repertorio interiore; altre invece realizzate nello spazio temporale che va da un' alba a un tramonto, sotto i raggi del sole di giugno, su una spiaggia pugliese.






martedì 23 giugno 2015

ALLESTIRE UNA MOSTRA DALLA A ALLA Z (O QUASI)

LAND & SEA, la mostra personale della pittrice inglese Joy Moore è partita sabato pomeriggio alle 16 e si potrà visitare fino al 26 luglio.




Ho pensato di scattare qualche foto mentre allestivo il tutto per creare un piccolo tracciato che possa essere utile a chi si trova a dover preparare una mostra.
Qui ovviamente parliamo di un piccolo spazio, ma per esperienza non cambia poi molto anche quando si ha a che fare con una location più impegnativa.
Da quando spacchetto i quadri (in questo caso sono tutti dipinti e qualche pastello incorniciato) e li libero dal loro imballaggio fino a quando sistemo l'ultima cosa in assoluto - ovvero le luci - ho diviso in punti tutte le azioni che svolgo. Questa è la mia personale esperienza dopo 9 anni di allestimenti: non pretende di essere esaustiva o "giusta". Ma per me funziona e mi permette di fare tutto in tempi molto ragionevoli e senza perdere il controllo o farmi saltare i nervi (cosa che comunque a volte succede).
Partiamo da quando l'artista mi consegna i quadri (nei casi in cui sono io a curare l'allestimento).





1 - Togliere i quadri dall'imballaggio e sistemare tutto il materiale in cui sono impacchettate le opere.
Potrà sembrare eccessivo, ma impiegare qualche minuto a piegare carta, pluriball, cartone, angoli di protezione delle cornici, eccetera, vi farà risparmiare un sacco di tempo quando smonterete la mostra. Io li piego e li divido per materiale: poi li metto tutti in un unico scatolone e scrivo a che mostra corrispondono. Così tra un mese ci metterò poco tempo a impacchettare nuovamente tutto...(anche se spero sempre di dover imballare meno opere :))





2 - Disporre i quadri a terra contro le pareti, uno in fila all'altro. Le opere vanno viste tutte e tutte insieme perché dobbiamo farci un'idea precisa di ciò che abbiamo. Questo è il momento più importante in cui si sceglie se esporre tutto oppure decidere di selezionare alcune opere ed escluderne altre. Si sceglie come "raccontare" quella mostra, quale storia l'artista ha costruito, se si vuole creare un percorso preciso oppure no.
Magari occorre raggruppare alcune opere che sono in sintonia o che si richiamano per tecnica pittorica, per tematica o per caratteristiche cromatiche. Altre volte invece si vuole dare rilievo a un lavoro perché racchiude un significato particolare oppure perché è slegato dagli altri.
(Per esempio in questa mostra un lavoro è stato ripreso da Joy Moore dopo molti anni ed è stato rifinito: per lei meritava un posto tutto suo e così ho fatto isolandolo).








3 - Appendere le opere: scala, centimetro e via. Ci sono tanti sistemi di appensione per i quadri (a volte vanno bene anche semplici chiodi). Io però ho un sistema di cavetti trasparenti molto comodo che va avanti alla perfezione da quasi 10 anni. Quindi conto le opere da appendere e mi preparo la quantità di cavi necessaria. Poi, per regolare le altezze avvicino tutti i cavi e livello i gancetti alla stessa altezza. I quadri della stessa dimensione saranno così perfettamente in linea.
Faccio lo stesso con tutte le diverse misure dei quadri.
La regola empirica è che l' sguardo di un ipotetico spettatore di media altezza dovrebbe cadere sulla linea immaginaria che taglia orizzontalmente a metà un quadro. Posso decidere ovviamente di sconvolgere questa regola se reputo che un'opera, per motivi legati alla sua percezione, debba essere molto in alto o molto in basso.
Le distanze tra un'opera e l'altra sono molto, molto importanti. Determinano l'attenzione dello spettatore, creano dialoghi tra i dipinti o viceversa, li isolano e li evidenziano.




4 - Rifiniture ed etichette. Capita che il risultato sia subito quello che avevamo in mente. Oppure non va, non ci convince. Ora però il più è fatto e le idee sono più precise. Possiamo fare aggiustamenti, cambiare qualcosa, notare se, per esempio, un lavoro aveva bisogno di maggiore rilievo.
Le etichette sono necessarie per chi visita una mostra. Bisogna indicare il titolo e la tecnica. Preferisco non ripetere l'autore su ogni etichetta quando si tratta di una mostra personale in galleria: è inutile e ripetitivo. Meglio specificare il titolo dell'opera che spesso è fondamentale per apprezzarla in pieno. La tecnica va scritta assolutamente. Il formato io non lo metto sempre: dipende se ci sono taglie molto differenti o meno. Trovo che a volte disturbi la lettura del cartellino, dato lo spazio esiguo che si ha a disposizione.
E il prezzo? Metterlo o no? Io da qualche anno ho scelto di metterlo anche nel cartellino. Il mio modello sono state le gallerie all'estero che non si fanno alcun problema a indicare le quotazioni delle opere. E' un "problema" tutto italiano e molto provinciale: lo scrupolo che il prezzo non vada indicato è inutile e non comunica un'informazione fondamentale. Comunque tengo sempre un listino completo di titolo e quotazioni a disposizione su un tavolo.




5 -  Pulizie generali. Pavimento, superfici e vetrina devono essere pulitissime. Io lo faccio alla fine, quando il pavimento è sgombro e attraverso la vetrina posso vedere l'allestimento già terminato. In questo modo ho molti più punti di riferimento per notare aloni e punti deboli (per esempio se qualcosa non si vede bene da fuori o è rimasto in ombra). All'ingresso è sempre opportuno che ci sia del materiale informativo sulla mostra e sull'artista. Appena entrati i visitatori devono trovare ciò che cercano a disposizione. Volantini, flyer, locandine, cataloghi e biglietti da visita vanno quindi sistemati in modo ordinato e in un posto facile da raggiungere. Creo anche un foglio di sala in cui inserisco la biografia dell'artista, un testo critico scritto da me, titolo e durata della mostra e qualche notizia proprio sulla personale in questione.
Fuori dalla galleria tengo un tavolino con qualche invito/brochure della mostra in corso per chi passeggia sotto i portici.









6 - Orari. Sembra scontato ma è importantissimo e spesso viene dimenticato. Gli orari di apertura vanno indicati chiaramente e devono essere visibili da fuori. Va fornito un numero da chiamare nel caso di necessità o per appuntamenti.









Quando è tutto finito si può pensare di preparare un piccolo buffet per accogliere i visitatori nel caso sia prevista un'inaugurazione. Secondo me qui occorre essere molto minimali. Trovare un abbinamento particolarmente riuscito scegliendo una o due cose da assaggiare e, in sintonia, una bottiglia di vino. Poi dell'acqua e una bevanda analcolica. Poco e di qualità.














martedì 16 giugno 2015

LAND & SEA - Joy MOORE espone i suoi nuovi lavori @Evvivanoé




"Land and sea" mi faceva pensare alla Terra in astratto. Come se non ci fossero paesi definiti, confini, nomi e città, ma solo terre e mari, colori e venti a sfiorare le montagne e le colline.

Cieli infiniti, nuvole e silenzio.
Anzi, non proprio silenzio, ma quel suono sordo e continuo del Mondo, quella musica delle sfere celesti con la loro armonia di cui parlò Pitagora per primo.

Per tutti questi motivi quando Joy ha proposto questo titolo per la mostra dei suoi ultimi dipinti, ho accettato subito. Mi sembrava  proprio racchiudesse tutto ciò che la sua pittura vuole dire.

Intensità di colori e di toni in luoghi che potrebbero essere ovunque, in qualunque parte del globo e sanno di infinito.






Dall'Irlanda alla Sicilia, dal Nord al Mediterraneo quello che percepiamo è pittura intensa e intrisa di passione.

La allestiremo questa settimana e da sabato 20 giugno LAND & SEA sarà visitabile fino al 26 luglio da Evvivanoé.

giovedì 14 maggio 2015

Fleurs Tre: Evvivanoé si riempie - di nuovo - di fiori























"Fleurs" è stata la primissima mostra di Evvivanoé.
Nel lontano (non troppo lontano) 2006 avevo già rubato il titolo all'omonimo album di Battiato uscito nel 1999.

A dire la verità ho attinto spesso al mondo musicale e a titoli di canzoni per le mostre. La musica, si sa, è parte della vita di molti di noi e pure fonte di ispirazione.


FLEURS TRE, è un allestimento o una piccola collettiva degli artisti Marjon BESSEMS, Mauro FISSORE, Mara COZZOLINO, Enrica CAMPI, Christian CHOISY, Elena MIRANDOLA.

Cominciamo sabato 16 maggio e termineremo il 14 giugno.







 











A Cherasco questo sarà il week end dei fiori.
Nel giardino del castello Visconteo ci sarà un'expo floreale piena di cose interessanti, tra cui un laboratorio gusto-olfattivo organizzato da Stefania Rossi con le sue fragranze "ACQUA di CHERASCO" dal titolo SESTO SENSO, un mercato dedicato al bio, l'associazione "La CasaRotta" con il laboratorio "Oggi mi div'orto - preparati naturali per l'orto a cura del dott. Stefano Vegetabile e con un banchetto Street Food...

Sabato sera si celebra anche la cultura in notturna con la notte dei musei.
Evvivanoé partecipa con una straordinaria apertura serale.

Come sempre noi siamo qui!


sabato 9 maggio 2015

NON MI STANCHERO' MAI DEI MERCATINI DI CHERASCO




Che ci sia qualcosa di magico a Cherasco è certo.
Di recente parlavo con una signora mentre aspettavo il mio turno per comprare della verdura (qui capita spesso di chiacchierare amabilmente ovunque: per strada, in panetteria, al caffè sotto casa, sui bastioni, insomma in ogni angolo della cittadina) di come davvero questo posto abbia in sé un fascino intrinseco che si sprigiona quando meno te lo aspetti. Lei, la signora, è nata e vive qui da sempre e ancora quando passeggia per le vie di Cherasco, si ritrova spesso con il naso all'insù a guardare i campanili o le finestre dei vecchi palazzi nobiliari dimenticati.




So bene cosa significa quella sensazione. Io ogni tanto mi fermo di colpo perché ho come l'impressione che dietro una poritcina accostata, o aldilà di un muro di pietra possa manifestarsi una qualche effimera apparizione.
Oppure mi sembra di avvertire un soffio di voce o una qualche delicata presenza quando passo nel giardino della Chiesetta della Madonnina. Come se nel vortice dei fiocchi di polline trasportati dal vento ci fosse anche una forza misteriosa, un'energia positiva.




Per me è la città che parla.
Poi ci sono i mercatini. Dalla finestrella di casa mia li osservo spesso nascere quando ancora è tutto buio e le persone sono affaccendate. Poi esplodono in tutte le loro sfumature già dal primo mattino.
Tra le bancarelle senza meta girerei per ore. Eppure credo di conoscere a memoria ormai ogni personaggio, ogni scatola di latta, ogni tazza sbrecciata.
Non mi stancherò mai dei mercatini di Cherasco. Di quegli oggetti senza più un padrone che vagano per l'eternità, di mano in mano. Che qualcuno ha gettato, ha smarrito, non ha più voluto oppure non c'è più stato a custodirli.




Bisogna sentirla quell'atmosfera, provarla almeno una volta.

Domani sarà la volta del mercatino di maggio. Stessi suoni, stessi brusii che con il fare del giorno si trasformeranno in voci e schiamazzi, in musiche dei suonatori di strada, dei mimi, del burattinaio, del fisarmonicista.

Anche io e anche Evvivanoé da qualche anno facciamo parte di questo mondo.
Una magia che si ripete dalla mattina al tramonto di una domenica di tarda primavera.