lunedì 2 dicembre 2013

UN PO' DI LUCE NEI POMERIGGI DI DICEMBRE DA EVVIVANOE'




Il Natale e la sua atmosfera, quella magia sottile e indescrivibile, quel senso dell'attesa di quando eravamo bambini. Dove ritrovarla? 


Non credo nei messaggi ridondanti, negli imperativi categorici, nella frenesia di questi giorni dell'anno così controversi.
Questo periodo è legato indissolubilmente alla ricerca della luce. Deve scaldare il cuore e coccolare la mente, distendere i pensieri e slegare quel groviglio di orari, tempistiche da rispettare, doveri incombenti e corse sfrenate per rispettare inutili tabelle di marcia.
Dovremmo semplicemente regalarci del tempo: delle ore da trascorrere con chi amiamo a fare cose che amiamo. 

Evvivanoé vorrebbe essere un po' come un lumicino nel buio dei pomeriggi invernali. Accoglieremo chi entrerà nella stanzetta bianca con calore e candore. 
Per rischiarare le tenebre di questo dicembre e celebrare la luce interiore, quella che ogni artista possiede dentro di sé.
Mara Cozzolino sarà uno degli artisti che troverete, con le sue stampe mokuhanga. Piano piano vi sveleremo gli altri artisti che troverete in questi giorno, un po' come le finestrine del calendario dell'Avvento...





mercoledì 27 novembre 2013

IL LUOGO IN CUI VIVERE E COSTRUIRE QUALCOSA


A volte, quasi senza riflettere troppo, mi chiedo perché vivo a Cherasco, perché ho deciso di mettere radici qui e cosa ancor più inspiegabile, perché ho aperto uno spazio d'arte contemporanea. A Cherasco. Una cittadina di 7000 persone, dentro le mura (qui si usa fare questa distinzione, fuori mura, dentro le mura) 3000.
La cosa interessante è che questa è stata una delle poche, anzi, pochissime scelte istintive che ho fatto. Da quel momento in poi un disastro: solo scelte istintive. Mi avrà forse stregato questa città? Forse.


Oggi, come si è capito, divago un pochino, ma nemmeno poi tanto. L'arte è stata La Scelta della mia vita, ma che dico "scelta", è stato un percorso semplice e naturale...Forse cominciato dalla prima infanzia, quando ciò che amavo di più erano gli album da colorare che mia mamma mi comprava e i pastelli per colorarli. E poi ovunque fossi mi attiravano i quadri, i disegni, i poster, le foto...ma anche solo il colore dei muri di una stanza o le carte da parati. O i pattern delle mille stoffe che mia mamma aveva dappertutto, in ogni cassetto o baule della casa.

Ma non perdiamo il filo...La città in cui vivi e in cui decidi di lavorare, facendo qualcosa di nuovo sperimentando e mettendo in gioco gli anni decisivi (?) della tua vita: importante no? E io l'ho scelta così, a istinto. Un giorno che ho visto la scritta “affittasi”sotto i portici e c'era il sole a illuminare tutto intorno...Mi sarei immaginata che ci sarebbero stati inverni freddi e “bui”, periodi di desolazione, vuoti e sterili? No, certo. L'entusiasmo quando arriva ed è forte non prevede lati oscuri, almeno per me. 




Niente, quel giorno avevo deciso e così è stato.
Ma a ben vedere, a pensarci bene io SO perché vivo qui e continuo a restarci. Essendone convinta e serena (almeno la maggior parte delle volte). Perché qui tutto mi parla: i muri vecchi, scusate, forse meglio dire antichi. Gli enormi alberi dei viali che portano al castello si intrecciano sulla cima e mi proteggono da tutto. I bastioni sono il mio punto di vista, il mio orizzonte per respirare, per non soffocare di fronte alla pochezza e alla pesantezza di certi periodi. La mia bussola sono le vie a scacchiera, che poi sono molto simili e spesso fai quasi finta di perderti. I campanili delle chiese, che puntano verso il cielo, in qualche modo mi fanno scoprire una Fede, che anche se non è quella ufficiale, c'è. Il profumo di mosto che c'è adesso, quello dolce quando il fornaio ha fatto le brioches piacciono a me... 











Tutto questo ha un senso ed è in sintonia con il mio lavoro e con la mia quotidianità. Molti artisti scelgono di esporre qui, anche da molto lontano. Forse questa città è davvero stregata? 
Oppure io, stregata da questa città, incanto con i miei racconti gli artisti e li convinco a venire qui?

Non lo so, ma da quel giorno che ho letto quelle righe, che scoperto “evvivanoé” tra le pagine di un libro*, non sono stata più la stessa. E ho capito che il mio cuore era qui che voleva stare, a cominciare qualcosa di bello e di tremendamente difficile, ma che qui deve essere.







 * "Tra le mura stellate" Gina Lagorio



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lunedì 18 novembre 2013

STORIE DI ALLESTIMENTI DIFFICILI MA BELLI: QUANDO LO SPAZIO FA PARTE DEL GIOCO




La parte più bella di questo lavoro coincide spesso con l'aspetto più complicato. L'ho notato spesso e continuo a non capacitarmene, ma è così. Troppo facile allestire una mostra nel "tuo" spazio, quando lo conosci bene, sai esattamente quali sono i suoi punti di forza e i limiti e ormai i tuoi gesti sembrano automatici. Prendi la scala, prendi i ganci adatti, sposti le luci, ecc. Certo, la componente variabile sono le opere: loro danno il senso a tutto quello che stai facendo; loro devono emergere come vere protagoniste, loro guidano le tue scelte o semplicemente le ispirano.
Ma se il luogo da allestire fosse un altro? E per di più fosse sconosciuto, assomigliasse più a un cantiere in costruzione senza alcuna comodità e alcuno spunto dal quale partire? Allora sì che la sfida si fa dura. Ma anche interessante.

Mi è capitato di avere la fortuna di allestire una mostra a cui tengo molto (a dire la verità, una parte, non tutti i quadri) in un luogo - non luogo, quel genere di posti affascinanti perché non sono ancora quello che dovranno diventare, ma non sono più ciò che erano prima. 
Muri grezzi, niente luci, mille altre incognite da verificare una volta arrivati e da risolvere (e anche in fretta).

Prima cosa da fare: capire qual è il potenziale di questo posto.
Seconda cosa da fare: capire come trasformare i difetti in pregi, le mancanze come punti da cui partire per creare qualcosa di concreto.

Il posto aveva l'aspetto di un cantiere in costruzione. Quindi ho sottolineato questo stile, esasperandolo un pochino. Ok la fortuna è stata dalla mia parte: le opere di André Lundquist, da subito, mi sembrava dialogassero con lo spazio in modo piuttosto intrigante. 
Visto che si tratta di una "temporary exhibition" con vetrine ma chiusa al pubblico, ho sfruttato lo spazio in primo piano oscurando il retro con l'aiuto di due grossi teli scuri, appesi al soffitto a mo di sipario. 
Ho reso molto buia la parte retrostante, mi serviva più luce sulle 7 opere esposte di fronte.





Per illuminare ho utilizzato i fari da cantiere muniti di timer. Li ho lasciati bene in vista, esposti su un grande rocchettone di filo per elettricisti, da cantiere anche questo, ridipinto di bianco. 
Le luci sono a led, consumano poco e diffondono una luce pallida e "lunare". 





Per enfatizzare l'effetto "work in progress" ho poi utilizzato dei cartoni da imballaggio per spiegare di cosa si tratta: nome dell'artista, contatti e schizzo dell'artista (anche qui, uno degli scatoloni da imballo era stato ultilizzato da André Lundquist per un bozzetto. Io l'ho trovato perfetto).





Che dire? Il risultato lo lascio giudicare a chi guarda la mostra. Certo, i problemi sono molti in questi casi.
Ma anche le opportunità in più.

Fino a data ancora da definirsi, le opere di André LUNDQUIST sono lì. E anche lì sono molto, molto belle.












giovedì 7 novembre 2013

PIERO RASERO IN MOSTRA FINO AL 1 DICEMBRE: IL 16 NOVEMBRE IL DOCUMENTARIO ALL'ENOTECA





La personale di Piero Rasero da Evvivanoé è cominciata e andrà avanti fino al 1 dicembre. 
Tutti i week end l'artista sarà sempre presente in galleria per tutti coloro che desiderano incontrarlo e scambiare qualche impressione con lui. 
Come già ho anticipato nell'ultimo post, questa mostra è distribuita su due sedi: qui da Evvivanoè, naturalmente, e all' ENOTECA PALAZZO MENTONE, in via Vittorio Emanuele 120. 

Consiglio vivamente di fare un salto a visitare anche questo allestimento "alternativo". Il luogo è molto caldo e accogliente e in più, il 16 novembre, si trasformerà in una "sala proiezioni"! :) 
Il documentario "Visioni d'artista" del regista e documentarista Stefano Scarafia verrà trasmesso a partire dalle 17. 
Per l'occasione i visitatori potranno degustare il Dolcetto d'Alba Ciabot Brusà 2012 della Cantina Fracassi di Cherasco. Sarà senz'altro una piacevole serata! 
































martedì 29 ottobre 2013

PIERO RASERO @EVVIVANOE' A NOVEMBRE + UNA NOVITA'






Domenica 3 novembre da “evvivanoé” inauguriamo la ormai personale del carmagnolese Piero Rasero, pittore paesaggista figurativo. E' un appuntamento ormai abituale ogni novembre da quando è nata la galleria.

Quest'anno però c'è una bella novità. Una serie di opere del pittore carmagnolese sarà esposta nella sala dell’Enoteca Palazzo Mentone, in via Vittorio Emanuele 120 a Cherasco, primo piano.


Proprio qui, in questa bella e accogliente location, il 16 novembre a partire dalle 17 verrà proiettato il documentario “Visioni d’artista” realizzato dal regista Stefano Scarafia. 

Gli ospiti potranno dunque visitare la mostra e sfogliare la monografia “Rasero” curata dalla sottoscritta (Sara Merlino). 
Il tutto sarà accompagnato da un calice di vino abbinato naturalmente alle opere d’arte esposte.

Entrambi gli allestimenti proporranno una selezione della produzione artistica di Rasero: dalle colline delle Langhe e del Roero ai paesaggi innevati della campagna piemontese fino alle vedute mediterranee estive della Riviera Ligure e della Provenza.


Piero Rasero, nato a Torino nel 1947, predilige la pittura a olio ed è presente sulla scena pittorica da circa 40 anni, con partecipazione a prestigiose fiere in tutta Europa e con numerose personali in Italia e nel mondo. Sue opere fanno parte di svariate collezioni private, anche al di fuori dell’Europa e sono esposte in numerosi musei.




















L’esposizione è come sempre a ingresso libero ed è visitabile con orario 16-19 dal martedì alla domenica; l’artista sarà presente in galleria tutti i sabati e le domeniche.Per informazioni chiamare il numero 368-7215618.

Vi aspettiamo quindi da domenica 3 novembre, in galleria e all'Enoteca. E il 1° dicembre, data del mercatino dell'antiquariato a Cherasco (uno dei più grandi e incantevoli) saremo aperti tutto il giorno.







sabato 19 ottobre 2013

CON LE ALI, la mostra personale di Serena de Gier




La mostra personale CON LE ALI di Serena de Gier prosegue fino alla fine del mese.

Con mille poesie deliziosamente appoggiate ovunque. 
Leggerle e ammirare i quadri in un fresco pomeriggio di autunno non può che farvi bene. 
Vi aspettiamo dal martedì al sabato, dalle 16 alle 19.



















sabato 12 ottobre 2013

Serena de Gier "CON LE ALI"




Bene, eccoci. Scrivo a poche ore dall'inaugurazione di stasera. 
Alle 18 ci sarà il vernissage della personale di Serena de Gier, "CON LE ALI".


Allestendo la mostra, la pittrice (parmense di nascita e cuneese d'adozione) mi spiegava, anzi, mi narrava, storie, caratteristiche, comportamenti  delle specie di uccelli raffigurati nelle sue tele. 
Molte cose davvero non le conoscevo, ma osservando le espressioni, le movenze, le pose che Serena ha donato a ogni uccello in ogni suo lavoro, quasi intuivo ciò queste affascinanti creature mi suggerivano.
Forza nell'apparente fragilità. Estrema devozione nei confronti della Madre di tutto, la Natura. Perseveranza, determinazione, libertà, amore.




La galleria è tutta un volo, battito d'ali, traiettorie celesti. Ma da spazio anche momenti di riposo, di calma, di cova.
Tra un'opera e l'altra abbiamo scelto di incastonare alcuni componimenti poetici e testi. Parole e versi che completano l'esposizione e che attendono altri contributi e altre parole.

"Poetry crossing" significa semplicemente uno scambio, un "baratto poetico". 
Dove si può arrivare con queste "ali"?

Lo scopriremo tra qualche giorno, quando raduneremo tutte quelle parole, tutti quei versi, dai più semplici ai più altisonanti e li renderemo accessibili a tutti attraverso questo blog.
Intanto ringrazio tutti coloro che hanno contribuito fino ad ora! Continuate pure a mandare poesie "con le ali" a conleali@evvivanoe.it
E se riuscite, venite a trovarci oggi alle 18!


domenica 6 ottobre 2013

PERCHE' ACQUISTARE UN'OPERA D'ARTE OGGI?


Cork Art Fair, Cork  (Ireland, 2007)


Ogni tanto (ultimamente in verità capita spesso), parlando del mio lavoro, c'è chi mi chiede perché dovrebbe spendere del denaro per un artista. Per un artista sconosciuto, semi-sconosciuto, emergente, giovane o non più giovane, informale o figurativo....
La mia risposta istintiva è sempre la stessa di 7 anni fa, quando cominciai questo lavoro: "Perché ti sei innamorato di quest'opera, perché desideri che entri nella tua vita, diventi uno degli oggetti che porterai con te per il resto dei tuoi giorni e che custodirai come un prezioso tesoro; che ti ricorda chi sei o chi eri, che contiene un frammento di te, che rispecchia una parte di te". Risposta lunga? Complessa...Oppure banale?

In realtà questa è la verità: il primo motivo che ci spinge a "fare nostro" un oggetto è l'attrazione per quella cosa, il desiderio di averla con noi, di possederla. 
Ma diciamo che non tutti sono spinti dallo stesso "trasporto" o meglio, non tutti ne sono perfettamente consapevoli. Quindi, ecco qui qualche appunto e qualche risposta alla domanda "perché acquistare arte contemporanea oggi?"


AAF Milano, 2011


1 Comprare un'opera d'arte da un artista vivente vi permette di fare la sua conoscenza diretta, di avere un vero e proprio incontro con chi ha realizzato l'opera che desiderate. Potrete ascoltare dalla sua voce alcune cose molto interessanti: qual è la sua concezione artistica, perché ha scelto quella tecnica, cosa voleva comunicare con quell'opera. In ogni caso sarete certi di non avere acquistato un falso: l'autenticità dell'opera è attestata dall'artista stesso o dal gallerista che lo cura.

2 Una volta stabilito il vostro budget potrete seguire l'evoluzione creativa dell'artista che avere scelto. Potrete partecipare come spettatori privilegiati a quel meraviglioso processo di crescita e di cambiamento che avviene con il passare del tempo in uno spirito creativo. E decidere per esempio di acquistare un'opera all'anno. Oppure un'opera per ogni mostra ed esposizione.

3 Se siete interessati all'investimento, calcolate che esso può dare qualche soddisfazione nell'arco di 5 - 7 anni. Molti artisti hanno tempi anche più brevi di "crescita" delle loro quotazioni, dipende molto dalla personale carriera artistica di ciascuno, dalle esposizioni fatte, dalle gallerie che credono in loro. Anche qui, sappiate che con la vostra scelta avete contribuito sicuramente al valore di mercato dell'opera stessa: avete creduto in quell'artista. Quindi siete partecipi anche voi, questa volta "attivamente".

4 Cercate di seguire il vostro istinto e il vostro gusto personale. E' sempre e comunque un qualcosa che entrerà a far parte del vostro quotidiano. L'empatia con l'opera è fondamentale per ogni collezionista. 
Fatevi guidare quindi nella scelta, ma non mettetevi completamente nelle mani di qualcun'altro. Un buon collezionista ama ogni pezzo della collezione.

5 Chiedete sempre informazioni sul curriculum dell'artista. Quante esposizioni ha fatto, dove e in che modalità. Ha partecipato a esposizioni internazionali? Si è spostato dalla propria sede, dalla propria città, dalla propria regione? Ha fatto qualche mostra personale o soltanto delle collettive?
Non necessariamente l'artista deve essere stato in tutto il mondo con le sue opere, certo. Ma se per esempio partecipa regolarmente a qualche appuntamento, manifestazione artistica o fiera d'arte contemporanea, vuol dire che ha un buon mercato e di conseguenza le sue opere potrebbero salire di quotazione. 
Se è presente in più di una galleria, o se una galleria organizza una sua mostra ogni anno è un segnale positivo. Significa anche qui che la mostra ha un discreto successo e viene quindi replicata.

6 Non puntate solo e sempre alle grandi gallerie e ai grandi nomi. Non seguite le "mode". Per favore, almeno qui, lasciate che la vostra personalità prenda il sopravvento sulle leggi del "cosa si usa adesso".
Non lo nascondo, certo: mi sento chiamata in causa in prima persona, perché il mio è un piccolo spazio espositivo, alle periferie dell'impero delle gallerie-colosso. 
Ma spesso i tesori più preziosi bisogna andarli a scovare in posti lontani, imprevedibili, difficili da raggiungere, no? :) In realtà il vantaggio delle gallerie un po' "ai margini" è che sono più libere. Possono fare scelte senza essere legate ai meccanismi del mercato. Libere, senza vincoli e appassionate. E questa è una caratteristica da non sottovalutare.

Quello che ancora mi sento di aggiungere e di sottolineare è la la preziosità della scelta "istintiva". Il trasporto che provate verso un artista è ciò che fa la differenza. E difficilmente vi pentirete di aver assecondato quel colpo di fulmine. 
Nel nostro Paese l'arte, si sa, non sembra essere indispensabile per la maggioranza delle persone. Ma, come leggevo qualche tempo fa su uno dei tanti magazine dedicato a questo argomento, laddove non c'è una vera e propria educazione a partire dall'infanzia a capire l'arte e a sentirla vicina, parte del proprio bagaglio e della propria esistenza...Difficilmente avremo adulti bisognosi di arte nelle loro vite!
Ma la rete, il web, i social network hanno un ruolo sempre più importante anche in questo settore ormai. E questo è senz'altro un bene.


Cork Art Fair (Ireland, 2007)




AAF Milano, 2011


Tutto questo si riferisce ovviamente a chi esprime l'intenzione o nutre il desiderio di cominciare un proprio percorso nel collezionismo, privatamente.
Un discorso a parte invece andrebbe fatto per le aziende: in Italia abbiamo ancora molto da imparare e da scoprire su questo punto, ispirandoci liberamente per esempio agli Stati Uniti o alla Gran Bretagna...Ma questo è un discorso a parte di cui vi parlerò prossimamente su questo blog.


martedì 1 ottobre 2013

EVVIVANOE' SI FA IN TRE: PERCORSO ARTISTICO IDEALE (E REALE) IN CHERASCO

Settembre per me è sempre stato un mese importante e amato. Il simbolo dell'inizio. 
Non gennaio, bensì l'autunno: perché cominciava la scuola che sicuramente ha segnato nel bene e nel male la mi esistenza. La scuola, che ancora oggi è inconsciamente e inspiegabilmente presente nelle mie scelte e decisioni; nel mio lavoro e nelle mie passioni.

Ogni anno riservo a questo mese un trattamento un po' speciale, inutile negarlo.

Quest'anno, dal 14 settembre, "evvivanoé" ha tutt'ora in esposizione André LUNDQUIST, un artista danese che avete avuto modo di conoscere almeno un pochino da queste pagine mentre altri lo hanno ammirato dal vivo in galleria (e spero siano ancora in molti).

Questa mostra significa molto perché è stata una scelta istintiva, impulsiva e poi meditata che alla fine mi ha totalmente appagata.

Quindi, prima tappa: galleria "evvivanoé", nel cuore del centro storico di Cherasco, SPECCHI/ SPEJLE di André Lundquist.











Poi, andando dritti verso la torre del Comune, quella con l'orologio e il lunario (è ancora quello originale e raro, meriterebbe lui solo una visita per quant'è carino), superato il Palazzo del Comune, sulla sinistra ecco Palazzo Mentone. Al primo piano ha appena aperto un posto molto bello: un' ENOTECA dove si possono gustare vini deliziosi in una location molto, molto suggestiva, con finestre che si affacciano proprio sulla parte storica della città e puoi vedere i due archi, uno a destra e uno a sinistra. Ecco, qui, all'Enoteca Palazzo Mentone, c'è un allestimento dedicato a Coco CANO e alle sue "Caracoles". Ma ci sono anche alcune "sculturitas" in legno, le sue "ventanas" e i "corazones"! Calice di vino in mano, passeggiata tra le opere d' arte, scoperta di un bel luogo per aperitivi e degustazioni in Cherasco (e molto altro). Evvivaoé ha in programma future collaborazioni e tante belle cose anche qui.









E poi, ancora...se sale la fame se si vuole mangiare qualcosa di gustoso, sano e genuino, non resta che prendere via Mantica e seguire per "Cosa bolle in pentola": locale che esiste da qualche mese ormai e che coniuga bontà e salute, forma e sostanza. Zuppe, torte salate, insalate e dolcetti molto buoni, preparati con cura e attenzione a ogni singolo ingrediente. E anche qui, sul muro di mattoni che offre il benvenuto agli avventori, le opere di Elena MIRANDOLA danno il loro vivace e caldo saluto. 











Un piccolo percorso, un itinerario d'arte (e di gusto) a Cherasco. Che aspettate? :)




lunedì 23 settembre 2013

COME SI ALLESTISCE UNA MOSTRA "A DISTANZA"? Post - story della mostra di un artista danese a Cherasco




Ho incrociato le opere di André Lundquist sul web, quasi un anno fa. Me ne sono innamorata e ho subito desiderato esporle da "evvivanoé". 
Da quel "colpo di fulmine" iniziale all'evento finale....Diciamo che di cose ne sono successe parecchie!
Ma alla fine il mio sogno si è avverato. La mostra ha inaugurato sabato 14 settembre e ora, quando entro in galleria, nel pomeriggio, sono veramente felice. Mi sento immersa, anzi, sopraffatta dalla bellezza e sono immensamente grata a questo artista danese che ha avuto fiducia in me fin dall'inizio, scegliendo una piccola galleria a Cherasco per esporre le sue opere.

Gli scambi di mail tra di noi sono stati molti. Ho iniziato a conoscerlo e a percepire la sua arte proprio attraverso la rete, il web e quelle parole scritte in una lingua universale, certo, ma che non era né la mia né la sua. Eppure ci siamo intesi. Anche per la scelta del titolo "SPECCHI" che in danese fa "spejle". E' stato incredibile quando ne abbiamo parlato di persona, mentre allestivamo la mostra, e lui mi ha detto che proprio lo specchio è l'oggetto che più simboleggia l'essenza delle sue opere (avrò capito bene l'inglese??:))

E poi comincia la parte più impegnativa, ma anche più divertente e appagante: l'allestimento.
Le opere sono arrivate tramite un corriere e sono arrivate, per la prima volta, dopo l'artista! Quindi lui era già qui. L'emozione più grande per me è quando ho di fronte quei pacchi da aprire. Dentro c'è un universo da scoprire e io posso averlo grazie a un semplice cutter!






Poi c'è il momento che mi manda letteralmente in confusione: quando ho tutti, ma proprio tutti i quadri di fronte, appoggiati al muro della galleria. Resto senza respiro e sono a un passo dall'abisso, perché in quel momento è tutto "nelle mie mani" e ci vuole un po' per mettere ordine!




Comincio a posizionare i quadri uno vicino all'altro andando per intuizione. Se c'è un legame tra i soggetti, creo una storia. Se invece le tonalità dei colori si chiamano tra loro, allora lo assecondo.
Poi ci sono i formati: io cerco l'armonia delle forme, ma non la monotonia. Quindi servono punti di "rottura" o dimensioni che spezzino la troppa linearità. 
Ora, la galleria è fatta da due differenti "gusci": il muro sinistro è liscio, bianchissimo e regolare. Il lato destro è, seppur immacolato, composto da mattoni antichi che creano un senso di irregolarità e spesso il muro stesso ruba la scena alle opere tanto è caratterizzato. Io faccio questa equivalenza: muro moderno = armonia e linearità delle'esposizione; muro antico = poche opere, ordine sparso.









In questo caso André era presente all'allestimento quindi ho imparato alcune cose sulla concezione danese dell'esposizione artistica: opere molto più basse che in Italia, almeno 20 cm più giù (finalmente un gusto simile al mio!); lo spettatore deve "entrare" nell'opera, sentirsi attratto da essa e quindi deve averla ad altezza "occhi negli occhi". Qui da noi spesso le opere sono molto alte, quasi come se l'oggetto sacro, l'opera d'arte, debba godere di una certa predominanza rispetto al proprio osservatore.
In secondo luogo, ho imparato a rompere la monotonia cromatica accostando colori molto diversi tra loro per tenere l'occhio del pubblico vivo e attento, disorientandolo un pochino.
E poi, cosa da tenere sempre a mente, a volte uno spazio vuoto tra due opere è più eloquente delle opere stesse. Viva quindi gli spazi che regalano "respiro" all'allestimento ed enfatizzano i lavori!






Per mantenere però la mia adorata armonia ho deciso di posizionare i quadri tutti alla stessa altezza nella parete liscia: facile, sono tutti 80 x 80 cm. Cosa succede quando si hanno opere di dimensioni differenti? 
In questo caso io mi baso sulla linea immaginaria che divide in due l'opera orizzontalmente. Ecco, in ogni opera quella linea deve cadere esattamente nel centro. Quindi immaginando che questa linea li tagli in una metà precisa, tutti devono essere posizionati in questo modo. 







Scelgo poi un'opera sola da posizionare nella parete più piccola, centrale, che però è anche la prima che lo spettatore vede da fuori. Di solito opto  per un grosso formato e lo lascio solo. 
Anche se lo spazio bianco è molto...questa è la cosa migliore per dare risalto all'opera, per creare un unico punto di fuga che focalizzi lo sguardo. Abbiamo deciso per un'opera grande ma di formato fortemente verticale. Primo: era la mia preferita; secondo: dialoga meravigliosamente con lo spazio vuoto intorno. Non sarebbe stato così per quella di formato orizzontale.

Le prove sono spesso moltissime e non si finisce mai di salire e scendere dalla scala. 
Ma bastano pochi centimetri per fare la differenza. 

E poi è bello anche creare qualche "coup de théatre": nel retro abbiamo dato vita, quasi casualmente, a una piccola scenografia. La donna che sembra "spaventarsi" per la volta sopra di sé, chinandosi e i colori della valigia e delle sedie da cinema. Il tutto richiama un po' una scena cinematografica della metà del secolo scorso. Vero? E dire che mai avrei pensato che un'opera tanto grande potesse essere inserita così bene nel punto in cui il muro è più basso!



E comunque allestire la mostra passo passo a fianco dell'artista è sempre un'esperienza entusiasmante che però fa sudare molto :) 

SPECCHI/ SPEJLE di André Lundquist è visitabile dal martedì al sabato, tutti i pomeriggi, dalle 16 alle 19. Oppure su appuntamento chiamando me al numero 3397340061.

Evvivanoé si trova a Cherasco una deliziosa cittadina d'arte in provincia di Cuneo, in via Vittorio Emanuele 56.