Il nostro incontro è stato casuale, come tante sono le cose che succedono in una vita. Appena un pugno di mesi sono passati da allora; chiacchierate, discussioni, suggestioni. Incontri tra pochi amici uniti da qualcosa; forse dall' amore per la bellezza, la bellezza dell'anima dell'uomo, per la profondità e per l'abisso, per l'armonia e lo stridore del contrasto. Per tutta quella straripante quantità di sensazioni che ci travolgono in pieno e nella vita e nell'arte.
In fondo sono stati pochi momenti. Eppure tanto ti aspettavamo anche se poi non ti abbiamo visto arrivare.
Un sasso è stato gettato in uno stagno ed è andato a fondo. Ha toccato il fondo e non è riemerso.
La pioggia è caduta, si è rialzato il sole nel cielo. Forse la primavera è finalmente arrivata.
Nulla però si muove, tutto è rimasto così. Fermo, immobile, irreversibile. E mi rendo conto di come è straziante e crudele la bellezza quando si ha un sasso in fondo, dentro.
Ma le parole e i pensieri restano e non se vanno. E mi chiedo cosa sia più forte, la pietra, il sasso...O la parola scritta, il pensiero espresso con la voce che cade lieve nelle coscienze e lì rimane.
Tra le mura bianche resterà qualcosa sempre e nessuno potrà fare altrimenti. Lì verrà custodito quel poco di Te che ho conosciuto. In un luogo che forse per un pò, anche poco poco hai amato. Un luogo dove sei tornato e in cui tante cose hai lasciato.
Quando tutto diventa stretto, tanto stretto da soffocare ogni flebile anelito di vita, lì mi rifugerò. E mi ricorderò di te. Di quel tuo infinito soltanto intuito e immaginato.
Nessun commento:
Posta un commento