lunedì 23 settembre 2013

COME SI ALLESTISCE UNA MOSTRA "A DISTANZA"? Post - story della mostra di un artista danese a Cherasco




Ho incrociato le opere di André Lundquist sul web, quasi un anno fa. Me ne sono innamorata e ho subito desiderato esporle da "evvivanoé". 
Da quel "colpo di fulmine" iniziale all'evento finale....Diciamo che di cose ne sono successe parecchie!
Ma alla fine il mio sogno si è avverato. La mostra ha inaugurato sabato 14 settembre e ora, quando entro in galleria, nel pomeriggio, sono veramente felice. Mi sento immersa, anzi, sopraffatta dalla bellezza e sono immensamente grata a questo artista danese che ha avuto fiducia in me fin dall'inizio, scegliendo una piccola galleria a Cherasco per esporre le sue opere.

Gli scambi di mail tra di noi sono stati molti. Ho iniziato a conoscerlo e a percepire la sua arte proprio attraverso la rete, il web e quelle parole scritte in una lingua universale, certo, ma che non era né la mia né la sua. Eppure ci siamo intesi. Anche per la scelta del titolo "SPECCHI" che in danese fa "spejle". E' stato incredibile quando ne abbiamo parlato di persona, mentre allestivamo la mostra, e lui mi ha detto che proprio lo specchio è l'oggetto che più simboleggia l'essenza delle sue opere (avrò capito bene l'inglese??:))

E poi comincia la parte più impegnativa, ma anche più divertente e appagante: l'allestimento.
Le opere sono arrivate tramite un corriere e sono arrivate, per la prima volta, dopo l'artista! Quindi lui era già qui. L'emozione più grande per me è quando ho di fronte quei pacchi da aprire. Dentro c'è un universo da scoprire e io posso averlo grazie a un semplice cutter!






Poi c'è il momento che mi manda letteralmente in confusione: quando ho tutti, ma proprio tutti i quadri di fronte, appoggiati al muro della galleria. Resto senza respiro e sono a un passo dall'abisso, perché in quel momento è tutto "nelle mie mani" e ci vuole un po' per mettere ordine!




Comincio a posizionare i quadri uno vicino all'altro andando per intuizione. Se c'è un legame tra i soggetti, creo una storia. Se invece le tonalità dei colori si chiamano tra loro, allora lo assecondo.
Poi ci sono i formati: io cerco l'armonia delle forme, ma non la monotonia. Quindi servono punti di "rottura" o dimensioni che spezzino la troppa linearità. 
Ora, la galleria è fatta da due differenti "gusci": il muro sinistro è liscio, bianchissimo e regolare. Il lato destro è, seppur immacolato, composto da mattoni antichi che creano un senso di irregolarità e spesso il muro stesso ruba la scena alle opere tanto è caratterizzato. Io faccio questa equivalenza: muro moderno = armonia e linearità delle'esposizione; muro antico = poche opere, ordine sparso.









In questo caso André era presente all'allestimento quindi ho imparato alcune cose sulla concezione danese dell'esposizione artistica: opere molto più basse che in Italia, almeno 20 cm più giù (finalmente un gusto simile al mio!); lo spettatore deve "entrare" nell'opera, sentirsi attratto da essa e quindi deve averla ad altezza "occhi negli occhi". Qui da noi spesso le opere sono molto alte, quasi come se l'oggetto sacro, l'opera d'arte, debba godere di una certa predominanza rispetto al proprio osservatore.
In secondo luogo, ho imparato a rompere la monotonia cromatica accostando colori molto diversi tra loro per tenere l'occhio del pubblico vivo e attento, disorientandolo un pochino.
E poi, cosa da tenere sempre a mente, a volte uno spazio vuoto tra due opere è più eloquente delle opere stesse. Viva quindi gli spazi che regalano "respiro" all'allestimento ed enfatizzano i lavori!






Per mantenere però la mia adorata armonia ho deciso di posizionare i quadri tutti alla stessa altezza nella parete liscia: facile, sono tutti 80 x 80 cm. Cosa succede quando si hanno opere di dimensioni differenti? 
In questo caso io mi baso sulla linea immaginaria che divide in due l'opera orizzontalmente. Ecco, in ogni opera quella linea deve cadere esattamente nel centro. Quindi immaginando che questa linea li tagli in una metà precisa, tutti devono essere posizionati in questo modo. 







Scelgo poi un'opera sola da posizionare nella parete più piccola, centrale, che però è anche la prima che lo spettatore vede da fuori. Di solito opto  per un grosso formato e lo lascio solo. 
Anche se lo spazio bianco è molto...questa è la cosa migliore per dare risalto all'opera, per creare un unico punto di fuga che focalizzi lo sguardo. Abbiamo deciso per un'opera grande ma di formato fortemente verticale. Primo: era la mia preferita; secondo: dialoga meravigliosamente con lo spazio vuoto intorno. Non sarebbe stato così per quella di formato orizzontale.

Le prove sono spesso moltissime e non si finisce mai di salire e scendere dalla scala. 
Ma bastano pochi centimetri per fare la differenza. 

E poi è bello anche creare qualche "coup de théatre": nel retro abbiamo dato vita, quasi casualmente, a una piccola scenografia. La donna che sembra "spaventarsi" per la volta sopra di sé, chinandosi e i colori della valigia e delle sedie da cinema. Il tutto richiama un po' una scena cinematografica della metà del secolo scorso. Vero? E dire che mai avrei pensato che un'opera tanto grande potesse essere inserita così bene nel punto in cui il muro è più basso!



E comunque allestire la mostra passo passo a fianco dell'artista è sempre un'esperienza entusiasmante che però fa sudare molto :) 

SPECCHI/ SPEJLE di André Lundquist è visitabile dal martedì al sabato, tutti i pomeriggi, dalle 16 alle 19. Oppure su appuntamento chiamando me al numero 3397340061.

Evvivanoé si trova a Cherasco una deliziosa cittadina d'arte in provincia di Cuneo, in via Vittorio Emanuele 56.














Nessun commento: